I rimedi Spagyrici

La Medicina Spagyrica, ambito del più vasto mondo dell’Alchimia, ancora oggi, a distanza di migliaia di anni, persevera nel praticare l’Arte della Terapia secondo i dettami della Tradizione, traendo dal suo insegnamento le conoscenze e gli strumenti necessari per affrontare tanto le sempre più difficili condizioni di vita quanto le insidiose “sirene” che a livello culturale vanificano l’attenzione di chi avverte l’insufficienza ed i limiti della mentalità attuale, prospettando l’abbandono acritico a sedicenti pratiche misteriosofiche che distraggono da un possibile e necessario percorso di consapevolezza.

Se, come sostenuto dai nostri antichi predecessori, nell’uomo si riscontra la più compiuta articolazione delle forze energetiche che informano ogni aspetto del Creato, ogni individualità di cui quest’ultimo è composto risulta costituita ed è descrivibile in ragione di una particolare configurazione archetipale, grazie alla quale sia l’ambito formale che funzionale di quella unità trova una propria ragione di essere.

Da questa constatazione ebbe origine la ricerca delle radici energetiche di ogni singolo rappresentante del Regno Minerale e dei Metalli, del Regno Vegetale, Animale e dell’Uomo stesso che va sotto il nome di “Segnatura Rerum”, ovvero lo studio di ciò di cui sono segnate, quindi definite, le cose.

In Spagyria, ogni “individuo di natura” viene quindi valutato in ragione delle qualità di cui è frutto e conseguentemente testimonianza vivente, veicolo e riserva a cui attingere ogni qual volta si riterrà necessario utilizzare quelle particolari virtù.
Focalizzando l’attenzione al solo mondo vegetale, ogni pianta trova così una particolare distinzione sulla base della sua segnatura, che esprime tanto le funzionalità di cui è portatrice quanto le particolari modalità di comportamento che la caratterizzano, sia in natura che utilizzata sotto forma di rimedio.

Lo stesso termine “Spagyria”, oltre alla consueta spiegazione che ne fa risalire il significato etimologico a “spao” (solvere, estrarre) e “agheiro” (riunire, coagulare), può anche essere inteso come sintesi di “spao” e “ieros” (ciò che è sacro, divino), assumendo quindi il senso di “estrarre i dono divini”, come il compianto Dr. Angelini ebbe modo di evidenziare.
Questi “doni divini” sono le virtù di quel vegetale, l’informazione di cui è portatore, l’insegnamento che è in grado di dare a chi vorrà nutrirsene.

Su questi assunti si basa la Terapia Spagyrica, che infatti utilizza i rimedi ottenuti dalle piante in ragione delle forze-funzioni, degli archetipi che in esse sono contenuti e che vengono resi disponibili grazie ad una particolare lavorazione del vegetale, in grado di estrarre integralmente, di liberare, le qualità di cui abbiamo parlato, rese così attive ed efficaci su ogni piano della persona, operando sia a livello fisico che sul “cielo interiore” della stessa.